Aprire o rilevare un bar è una delle idee più comuni, ma realizzarla non è così semplice. Ecco alcuni consigli per non fare buchi nell’acqua.
1) “Non so cosa fare, apro un bar”: le premesse sono errate. Un bar è un’attività imprenditoriale come tutte le altre, che richiede impegno, passione, lunghe ore di lavoro e una dedizione (almeno agli inizi) pressochè totale; non è una scelta residuale da fare se si hanno le idee confuse. Regola n.1: APRO UN BAR SE HO UN’IDEA PRECISA E UN PROGETTO BEN DEFINITO.
2) Fare i conti PRIMA di iniziare è indispensabile. Molti mi dicono: “Apro e vedo come va”, ma questo è pericoloso. Bisogna avere ben chiari alcuni concetti base: la differenza tra un costo e un investimento, tra costi fissi e costi variabili, il meccanismo dell’IVA, sapere cos’è un bilancio e un flusso di cassa. Non si può delegare tutto ciò al commercialista: un imprenditore, per quanto piccolo, deve sapere fare almeno i calcoli di base; per questo le associazioni locali e di categoria, come ad es. l’APPE di Padova, forniscono un valido supporto. Regola n.2: APRO UN BAR SE HO UN’IDEA CHIARA DI COSTI, RICAVI E UTILI PREVISTI.
3) Differenziare la propria offerta; se nella via dove voglio aprire ci sono già due bar, il mio deve avere un’impostazione diversa dagli altri. Per questo occorre fare ricerca; per stimare il giro d’affari, consumo qualcosa nel bar concorrente vicino all’orario di chiusura e prendo nota del numero dello scontrino, mi piazzo davanti e osservo la gente che entra e esce, cerco di capire il movimento, la tipologia di avventori, gli orari di punta. Se gli altri bar sono srl, scarico i loro bilanci da Internet; interrogo i fornitori, leggo le riviste di settore. Regola n.3: APRO UN BAR SE SO COME DISTINGUERMI DALLA CONCORRENZA.
4) Scegliere un target; il bar generico può funzionare solo se è in una zona di altissimo passaggio, altrimenti è meglio rivolgere la proprio attenzione ad una specifica categoria di clienti. Impiegati in pausa pranzo? Miglioro l’offerta di panini e piatti freddi. Studenti? Amplio gli snack. Mamme che socializzano dopo aver portato i figli all’asilo? Offro succhi e tisane. Attenzione: se “in corsa” verifico che il target non va, posso sempre cambiarlo. Regola n.4 APRO UN BAR SE INDIVIDUO LE VARIE CATEGORIE DI CLIENTI E POSSO PROPORRE A CIASCUNA DI ESSE UN’OFFERTA SU MISURA.
5) Chi va al bar non vuole solo bere un caffè: cerca 5 minuti di relax. Se rendiamo piacevole questa sosta, anche grazie all’accoglienza e alla relazione interpersonale, potremo fidelizzare la clientela. Selezionare attentamente i collaboratori, anche in base al modo in cui interagiscono con i clienti, è un elemento fondamentale per il successo del bar. Regola n. 5: APRO UN BAR SE SCELGO CON CURA I COLLABORATORI E SONO ATTENTO AL MODO IN CUI SI RELAZIONANO CON LA CLIENTELA.